La Patrona dell'Arma - Associazione Nazionale Artiglieri Firenze

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La Patrona dell'Arma

Informazioni
Santa Barbara

Nel Medioevo, 14 Santi erano venerati in modo particolare con il titolo di Santi Ausiliatori. Venivano infatti per aiuto, cioè ausilio, nei pericoli e nelle necessità più gravi della vita. Tra questi si trovava anche Santa Barbara, in buona compagnia con Santi e Sante come Biagio, Cristoforo, Giorgio, Margherita, Caterina d’Alessandria e altri.
Tra i Santi Ausiliatori, Santa Barbara aveva però un risalto speciale, perché veniva invocata nel momento più importante, addirittura decisivo, nella vita dei cristiani, cioè nel momento della loro morte. La spiegazione di ciò sta nella leggenda della Santa, creduta orientale, della Bitinia, anche se diversi martirologi la dicono vissuta in Toscana.
Si narra dunque che Barbara fosse una bellissima e gentilissima figlia di un ricco signore. Il padre, pagano, geloso della bellezza della figlia, la rinchiuse in una torre, dove la fanciulla doveva servire gli dèi, aspettando un matrimonio conveniente. Poi, il ricco pagano partì per un lungo viaggio.
Al ritorno, venne a sapere che la figlia aveva rifiutato diverse proposte di matrimonio, aveva negletto il culto degli dèi pagani, e si era addirittura convertita all’aborrita fede cristiana, battezzandosi nelle acque della propria piscina. E nella torre, che aveva solo due finestre, ne aveva fatto aprire una terza, per testimoniare la sua fede nella santissima Trinità cristiana.
Il padre, pagano e geloso, perse la testa. Davanti alla sua ira, Barbara fuggì, e la roccia si aprì per lasciarla passare. Tradita da un pastore, cadde in mano al padre, mentre il gregge del pecoraio si tramutava in uno sciame di scarabei. Ed ecco il padre, sordo ad ogni pietà, trascinarla davanti al giudice, accusarla, e assistere senza batter ciglio alle torture dell’innocente figlia.
Tra l’altro, la pudica fanciulla venne condannata ad attraversare nuda tutto il paese. Ma alle sue preghiere, nel giorno designato, il cielo si copri di nere nubi, l’aria s’oscura di densa foschia, e gli elementi tessono una veste impenetrabile a difesa della verecondia della Santa.
E giunge il giorno del martirio. Il padre stesso si sostituisce al boia, per decapitare la figlia con la spada. E non appena la bionda testa di Santa Barbara cadde sul suolo rosso di sangue, il cielo si fa corrusco, il tuono scuote la volta celeste ed un fulmine saetta dall’alto, come spada d’un giustiziere infallibile, e incenerisce il padre disumano.
Quel fulmine, non di vendetta, ma di giustizia, scoccato nella chiara mattina orientale è il centro attorno al quale s’è formata, nei secoli, la devozione di Santa Barbara. Si sa l’importanza che i popoli antichi attribuivano alla folgore, considerata come manifestazione del Nume più potente.
E morti misteriosi, quasi sacri, erano coloro che venivano colpiti dal fulmine, come rapiti in una sorta di mitica assunzione. Anche nei secoli cristiani, la folgore venne considerata come spaventoso simbolo della morte improvvisa, cioè della “mala morte”, che non lasciava al peccatore il tempo di pentirsi né la possibilità di prepararsi al trapasso col viatico dei Sacramenti.
Ed ecco l’invocazione a Santa Barbara, perché protegga non solo dal fulmine, ma dalla “mala morte”, il più grande pericolo di un cristiano, minaccia non solo per la sua vita terrena, ma anche per la sua eterna salvezza.
Più tardi, sembrò che anche dalle mani dell’uomo fosse scaturita la folgore, con l’invocazione della polvere da sparo e delle armi da fuoco. La devozione di Santa Barbara ebbe così nuova ed attuale diffusione tra tutti coloro che maneggiavano miracolosarnente il capriccioso fulmine inventato dall’uomo. E invocarono Santa barbara gli artificieri, i cannonieri, i pirotecnici, che vivevano in mezzo alle polveri e alle armi da fuoco.
Proprio a Firenze, per la prima volta, nel 1529, alla vigilia del famoso Carlo V, si consacrarono a Santa Barbara gli artiglieri della Repubblica che maneggiavano le colubrine e gli archibugi sulle difese erette da Michelangelo attorno alla città contesa.
Oggi, nelle fortezze e sulle navi, la “santabarbara” è il deposito delle munizioni; e la chiusa torre che appare nelle immagini della Santa, sembra una di quelle polvenere sulle quali è invocata protettrice. In tutto il mondo, gli artiglieri onorano come Patrona la pudica Martire fanciulla: Santa Barbara, ausiliatrice davvero preziosa, che ci protegge non solo dal fulmine, dal fuoco e dal cannone, ma e improvvisa e  “mala”,  gravati dal peccato e lontani dalla Grazia di Dio.

Piero Bargellini
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